Caterina barbaro forleo (1874 - 1935)

Pubblicato il 9 maggio 2022 • Biografie

Caterina Barbaro Forleo, nata a Napoli il 17 febbraio 1874 dal dott. Felice e Maria Ferrara, visse la sua giovinezza tra Napoli e Francavilla Fontana. Nel 1892, con lo pseudonimo Duchessa d'Este, pubblicò Crisalide, una raccolta di sfumature e ricordi con la prefazione dello zio l'avv. Alfredo Barbaro Forleo (1856-1911). Nel 1895 pubblicò Farfalle, una raccolta di novelle con una lettera di Antonio Fogazzaro (1842-1911). Il 6 settembre 1896 sposò il conte di Sant' Angelo Limosano Roberto di Gaeta. A Napoli continuò la sua produzione letteraria su riviste e giornali: "Yorck", rivista della domenica di Bari (1896); "Gazzettino siciliano di lettere ed arti" di Messina (1908); "Rivista delle tradizioni popolari", sulle credenze, superstizioni ed usanze di Francavilla Fontana; "Esperia", rivista di lettere ed arti. Collaborò alla rivista diretta da Matilde Serao (1856-1927) "La settimana", rassegna di lettere arte e scienze (1902-1904); "ldomea" rivista mensile pugliese di lettere, scienze ed arti di Lecce (1928). Fu crocerossina in servizio nella 1° guerra mondiale. Dopo la guerra aprì a Napoli, un salotto frequentato da personalità della cultura e della politica; ebbe rapporti epistolari, tra gli altri, con Beniamino Gigli, Angelo de Gubernatis, Benedetto Croce, Grazia Deledda, Sigismondo Castromediano e Gabriele D'Annunzio. "Dopo la morte dell'unico fratello, lcilio, ritornò a Francavilla insieme ai suoi, risiedendo nel suo antico palazzo di via Imperiali", detto ancora fu palazzu ti la cuntéssa, e nel periodo estivo a villa Maria sulla via per Manduria. Durante il Fascismo fu segretaria del Fascio Femminile e nel 1921 fu presidente onoraria del circolo di cultura "Giosuè Carducci", aperto anche alle signore. La contessa Caterina "visse in questo piccolo centro sfidando i pregiudizi del tempo, incutendo soggezione e rispetto, imponendosi con la sua personalità, il suo abbigliamento stravagante che ella sapeva accettare, la disinvoltura con cui frequentò i caffè; si mescolò tra la folla, in piazza, durante le feste patronali, in prima fila, tra gli uomini, per ascoltare musica, ostentando sigaretta e bocchino, aprendo la sua casa, liberamente, ad amici e poeti, insofferente delle trappole che la società imponeva alla donna in genere e specialmente sposata". Morì il 15 giugno 1935. 


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